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martedì 17 aprile 2012

Le stanze di lavanda

Le stanze di lavanda. Il romanzo di una infanzia armena.
Libro di Khayat Ondine , edito da Piemme, 2009

Una storia  struggente ed emozionante ...

Turchia, 1901. Nata in una ricca famiglia armena, Lucine vive un’infanzia dorata e felice. ma nel 1915 il suo paradiso va in frantumi. Gli armeni vengono cacciati, perseguitati, uccisi. Lucine rimane sola. Anni dopo risale a ritroso il cammino della memoria per raccontare la storia di una vita mille volte ricucita e di un grande amore per cui non ha mai smesso di palpitare --- “Sono nata ricca, ma ho visto la mia fortuna involarsi come uno stormo d’uccelli. Soltanto i miei ricordi mi appartengono, sono tante fragili tracce impresse dentro di me. Certi giorni, il sole le illumina; certe notti, rimangono intrappolate in una tempesta di ghiaccio. Vivevamo a Marache, in Turchia, al confi ne con la Siria. È lì che sono venuta al mondo nel 1901. Mio nonno, Joseph Kerkorian, era armeno, deputato nel governo turco. Un uomo importante e saggio. Lucine è il soprannome che lui mi ha dato, e Lucine sono sempre rimasta, anche se mi chiamo Louise. Avevamo una casa magnifi ca circondata da un immenso giardino dai fi ori di mille colori. Sono stata amata da mio padre, dalla mamma dai baci di lavanda, dalla sorellina Marie, dal mio impetuoso fratello Pierre e da Prescott, il nostro gatto armeno con un nome da lord inglese. E da Gil, il piccolo orfano ribelle che un giorno, sotto il salice piangente, mi ha dato il mio primo bacio. Erano giorni immensi, eppure non potevano contenerci tutti. Nel 1915, accusando gli armeni di complottare con i Russi, il governo dei Giovani Turchi ha preso la decisione che ha precipitato le nostre vite nell’orrore. Tutti coloro che amavo sono stati uccisi. Siamo rimaste solo Marie e io a combattere per sopravvivere in quell’assurdo deserto. Può un cuore dilaniato continuare a battere? E un giardino devastato dare ancora fi ori? Come posso donare ancora, proprio io, a cui è stato tolto tutto? Ascolta Joraya, mia adorata nipote, il racconto di una vita mille volte dispersa.”

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