La torre dei propri limiti
C'era una volta una principessa che, pur sapendo di dover diventare regina, non sa bene che tipo di regina vuol essere. Sua madre è una regina di campagna me lei ha delle aspirazioni diverse. Si sente importante. Pensa di saper fare tutto, di volere tutto,di poter essere tutto. Ma ogni volta si scontra con i propri limiti. E questo non le piace. Preferisce pensare alle infinite possibilità. In fin dei conti è una principessa. Tuttavia non riesce a fare ciò che vuole. Decide allora di andare dal vecchio saggio per chiedere consigli. E il vecchio saggio le risponde che per scoprire le sue vere potenzialità e possibilità deve prima conoscere i suoi limiti.La principessa è disposta a tutto e volentieri affronta il lungo viaggio fino a quando arriva alla torre dei limiti. Al primo piano la principessa entra in una stanza che contiene cibi caldi e cibi freddi, vestiti leggeri e pesanti, amache, letti e giacigli.La vistadi questi semplici oggetti le fa considerare che la prima limitazione è data dalle necessità del corpo:ha bisogno di mangiare, di bere, di riposare, di coprirsi.E'un corpo che soffre la fame e la sete, il caldo il freddo. la stanchezza, il sonno.La visita a questo piano le fa capire che deve rispettare le esigenze del corpo e dargli ciò che lo mantiene sano, integro, ciò che le consente di rimanere vitale più a lungo possibile. Si reca al secondo piano dove trova una stanza piena di strumenti che servono ad ampliare il potere degli organi di senso: occhiali, binocoli, microscopi, telefoni radio, tv, pc; è affascinata da tutto ciò ma capisce che i suoi sensi sono limitati, parziali e soggettivi, capisce l'importanza di fare buon uso di questi oggetti e l'importanza di cambiare prospettiva.Sale al terzo piano dove ci sono i più svariati mezzi di locomozione: pattini, bici auto treni transatlantici ecc.Pensa all'aiuto che è stato dato al genere umano co queste macchine con le quali è possibile in poche ore fare il giro del mondo, certo è che bisogna anche saperle guidare e manovrare. A questo piano capisce l'importanza delle competenze per eseguire ciò che è apparentemente semplice o scontato.
Completata la visita al terzo piano la principessa è pronta per trasferirsi al
quarto piano, dove trova tanti utensili, alcuni d’uso familiare e quotidiano
altri che non aveva mai visto e di cui ignorava l’esistenza. Va prima a
visitare gli arnesi d’uso comune per scoprire una varietà impensata di forbici:
per acconciare le unghie, potare i rami secchi, tarpare le ali, trinciare il
pollo, sfoltire i capelli, tagliare la carta o smerigliare i vetri. Strumenti
semplici e raffinati, d’uso quotidiano e anche professionale. Ancora una volta
la principessa fa i conti con quanti strumenti non conosce e quanti non sa
usare, anche se sa che potrebbe imparare a servirsene nel modo migliore.
La visita a questo piano le fa capire l’importanza di conoscere e di usare
l’utensile giusto al momento giusto e nel modo giusto.Completata la visita al quarto piano ecco che arriva al quinto, dove viene
accolta da una libreria che copre ogni parete. La prima reazione è di stupore.
Non aveva mai visto così tanti libri insieme. Superato lo stupore emerge la
curiosità che la spinge a leggere i titoli. I libri sono esposti per genere:
letteratura, prosa, poesia, scienze naturali, sociali e così via. Scopre che
alcuni le sono familiari e in questi nota libri già visti, letti o sfogliati e
altri del tutto nuovi per lei. Scopre così un’altra limitatezza, non solo del
suo sapere ma anche nei confronti della sua curiosità, della sua propensione
verso un sapere universale. Capisce di provare interesse solo verso un
certo genere di studio o di letture, mentre altri la lasciano indifferente.
Accoglie questa constatazione come una limitazione e anche come una scelta.
Siccome non può approfondire tutto né interessarsi a tutto, accetta la libertà
di scegliere. La visita a questo piano le fa intuire di essere i libri
che ha letto e che diventerà i libri che leggerà.Completata la visita al quinto piano è pronta a recarsi al sesto piano, dove
sono esposti diversi abiti professionali che uno può indossare nell’arco della
vita. C’è il camice della dottoressa con lo stetoscopio per auscultare il
battito dell’amore, il cappello da cuoca per cucinare cibi che nutrono l’anima,
il grembiule della sarta per cucire abiti su misura dei desideri. Poi si
accorge che ci sono abiti professionali che non pensa proprio di voler mai
indossare: non ha mai desiderato diventare contrabbandiere o trafficante di droga.
Si aggira lentamente in questa stanza per individuare cosa le piacerebbe
diventare, quale professione le piacerebbe intraprendere e quali decisamente
scartare. La visita a questo piano le fa capire i limiti dei ruoli che può
esercitare. Ora sta indossando i panni della principessa, e quando sarà regina
dovrà cambiare guardaroba e indossare gli abiti regali, adatti al suo nuovo
status e a quello che vuole essere.
Completata la visita al sesto piano ecco che arriva all’ultimo piano, colmo di
foto di luoghi mai visitati, di situazioni non vissute, di esperienze non
fatte. Visitare questo piano le fa capire l’importanza della conoscenza
diretta, dell’apprendimento basato sull’esperienza. Saprà cosa significa essere
regina solo quando lo sarà veramente, quando sarà l’esperienza concreta a
insegnarglielo. Solo allora scoprirà i limiti e le opportunità offerte
dall’essere diventata regina.(tratto da Giardinieri, principesse e porcospini)
1 commento:
Racconto interessante !
Oggi parto per la toscana e tornerò martedi.. sono in pena per la mia miciona... per quanto abbia cibo a sufficienza e casa tutta per sè, nonchè qualche visitina da parte di mia mamma e mio fratello... so che soffrirà perchè è una gran coccolona...... tu che ne dici ?
baci
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